giovedì 20 agosto 2009

V.B. - F.G. - M.C.

Come Via Bibulca, Forrest Gump, Matteo Coglione.

Ieri ho camminato in montagna per oltre 13 ore. Il più grande sforzo fisico della mia vita, direi. Ho chiuso la porta della casina di Boccassuolo alle 7.40 del mattino e sono partito, con la idea un pò folle di arrivare a piedi alla solita San Pellegrino in Alpe lungo il tracciato dell'antica Via Bibulca. E soprattutto di tornare da là, sempre sulle mie gambe.

Ebbene, ce l'ho fatta! Sono rientrato che faceva già buio, con un'oretta di ritardo sulla tabella di marcia, con le gambe anchilosate e i piedi piagati dalle vesciche negli scarponi. Ma soddisfatto e felice, per aver dato concretezza a tutte le motivazioni che mi avevano spinto a questa "pazzia" (che qui risparmio).

Non per menarla, ma in totale, dopo un calcolo approssimativo fatto sulla cartina, devono essere stati circa 50 km, più o meno come da Reggio a Bologna.
E comunque, giusto per non cadere nel peccato d'orgoglio, l'anziana signora del borgo microscopico di Riccovolto Vecchio che mi ha offerto da bere lungo la via del ritorno mi ha rivelato che lassù, dopo la fine della Guerra, c'era andata anche lei a piedi, ma scalza... "Però ero in compagnia, non solo come lei", ha specificato.

Già, ha ragione, nonostante attrezzature e precauzioni bisogna essere un pò coglioni per fare quello che ho fatto. Ma se non fosse così, che Forrest Gump sarei?

In ogni modo si è trattato del gran finale del mio trekking estivo. Oggi relax totale, ultime letture e ultimi pensieri in libertà nella quiete del bosco. Domani passerò invece la giornata a riordinare, la casa e i pensieri.

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